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COME PREPARARSI PER UN CONCORSO NELLE FORZE ARMATE?

COME PREPARARSI PER UN CONCORSO NELLE FORZE ARMATE?

Ho lavorato nella selezione del personale per i concorsi banditi dalla Marina Militare Italiana per circa 20 anni. In tutto questo tempo mi sono confrontato con le difficoltà dei concorrenti nell’adottare il giusto approccio alle prove concorsuale. Questo li ha portati, spesso, a rivolgersi a scuole di preparazione.

Nei corsi di preparazione ai concorsi spesso i concorrenti sono istruiti ad adottare rigide e schematiche modalità di approccio, ritenute funzionali per qualsiasi tipo di prova concorsuale.
La metodologia adottata, pur se astrattamente efficace per una prova scritta, risulta fortemente limitante nella gestione di una prova attitudinale e, in particolare, del colloquio individuale. Quest’ultimo, nella realtà, si può infatti sviluppare lungo infinite direzioni, impossibili da prevedere e controllare, e quindi impossibili da inserire in un flow chart domanda/risposta.

Nessuno ti può ad esempio insegnare cosa fare quando il colloquiatore è talmente annoiato da quello che gli state raccontando da arrivare ad addormentarsi (realmente accaduto). In quel caso il concorrente si alzò dalla sedia e prese a strattonare il braccio del collega dicendogli “Sveglia, sveglia! OOOH SVEGLIA!” Mi ricordo molto bene la successiva discussione in Commissione con il collega, irremovibile nella sua convinzione di dichiararlo non idoneo per i suoi modi bruschi. Per un concorrente al limite, che aveva avuto basse valutazioni anche nelle altre prove, questo si rivelò essere il colpo di grazia. Magari se avesse lasciato il colloquiatore dormire beatamente, questi al suo risveglio, si sarebbe talmente vergognato del suo comportamento da lottare per un’idoneità.

Può inoltre capitare che ci si dimentichi quelle frasette imparate a memoria, senza criterio alcuno, e fare figuracce tipo quella occorsa ad un ragazzo, da me colloquiato, che alla domanda “Cosa le piace fare quando esce la sera con gli amici?” mi rispose, non senza averci pensato su “No. Questa proprio non me la ricordo. Me ne può fare un altra?”

In conclusione rigidi approcci da libretta, applicati in modo massivo, portano, più spesso di quanto si possa pensare, al baratro dell’esclusione.