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Autore: claudio gregorini

Claudio Gregorini Avvocato

Esclusione dal concorso per l’Accademia. Ricorso agli accertamenti attitudinali

Il provvedimento di esclusione da una selezione attitudinale per l’accesso alle FF.AA. è più di un atto amministrativo. È il risultato di un procedimento che coinvolge elementi di psicologia oltre che regolamenti e procedure. Presentare il proprio caso ad un Giudice presuppone la padronanza di tutte le componenti che hanno portato al provvedimento finale. Solo così si potrà offrire un quadro comprensibile delle nostre richieste ed avere le massime chances per ottenere una decisione a noi favorevole. La mera perfetta conoscenza del diritto amministrativo, inoltre, non consentirà mai di leggere le carte con “occhi bene aperti” e capire così quali siano le reali possibilità di riuscita di un ricorso. Un consiglio sbagliato potrebbe quindi portare a perdere tempo e denaro. “Si vede bene solo con gli occhi pieni di ciò che si guarda” sosteneva lo scultore spagnolo Eduardo Chillida. Si vince solo con le carte giuste in mano, aggiungo io, augurando a tutti buon vento e mare calmo.

 

#Accademianavale #concorsi #FFAA

Come affrontare una selezione per un concorso nelle Forze Armate

Nella mia esperienza ventennale con ruoli di Responsabile nella selezione del personale in Marina Militare ho potuto constatare quali sono gli errori più comuni commessi dai concorrenti. Affrontare una prova di selezione per un concorso pubblico non è come affrontare un esame scolastico. L’errore che fanno molti concorrenti, in particolare quelli alle prime armi, è quello di approcciarsi a questo fondamentale momento pensando “Ci provo. Tanto se va male ci posso riprovare”. Tale atteggiamento porterà, nella quasi totalità dei casi, ad un fallimento e questo, inevitabilmente, produrrà conseguenze non limitate alla sfera personale. Da un lato, infatti, il fallimento porterà ad un diminuzione della fiducia in noi stessi e questo perché pochi hanno gli strumenti per capire che “il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo” come sosteneva Winston Churchill. Dall’altro l’insuccesso si andrà ad aggiungere al nostro Curriculum Vitae, con effetti tutt’altro che positivi per le prove che si dovranno sostenere in futuro. È per questi motivi che l’avvicinamento ad un concorso deve passare per una percorso guidato di consapevolezza che ci permetta di scegliere le prove che vogliamo veramente affrontare e di arrivarci avendo in mano gli strumenti giusti. Non bisognerebbe mai giocare una mano se non si hanno le carte giuste.

 

Come prepararsi per un concorso nelle Forze Armate?

COME PREPARARSI PER UN CONCORSO NELLE FORZE ARMATE?

COME PREPARARSI PER UN CONCORSO NELLE FORZE ARMATE?

Ho lavorato nella selezione del personale per i concorsi banditi dalla Marina Militare Italiana per circa 20 anni. In tutto questo tempo mi sono confrontato con le difficoltà dei concorrenti nell’adottare il giusto approccio alle prove concorsuale. Questo li ha portati, spesso, a rivolgersi a scuole di preparazione.

Nei corsi di preparazione ai concorsi spesso i concorrenti sono istruiti ad adottare rigide e schematiche modalità di approccio, ritenute funzionali per qualsiasi tipo di prova concorsuale.
La metodologia adottata, pur se astrattamente efficace per una prova scritta, risulta fortemente limitante nella gestione di una prova attitudinale e, in particolare, del colloquio individuale. Quest’ultimo, nella realtà, si può infatti sviluppare lungo infinite direzioni, impossibili da prevedere e controllare, e quindi impossibili da inserire in un flow chart domanda/risposta.

Nessuno ti può ad esempio insegnare cosa fare quando il colloquiatore è talmente annoiato da quello che gli state raccontando da arrivare ad addormentarsi (realmente accaduto). In quel caso il concorrente si alzò dalla sedia e prese a strattonare il braccio del collega dicendogli “Sveglia, sveglia! OOOH SVEGLIA!” Mi ricordo molto bene la successiva discussione in Commissione con il collega, irremovibile nella sua convinzione di dichiararlo non idoneo per i suoi modi bruschi. Per un concorrente al limite, che aveva avuto basse valutazioni anche nelle altre prove, questo si rivelò essere il colpo di grazia. Magari se avesse lasciato il colloquiatore dormire beatamente, questi al suo risveglio, si sarebbe talmente vergognato del suo comportamento da lottare per un’idoneità.

Può inoltre capitare che ci si dimentichi quelle frasette imparate a memoria, senza criterio alcuno, e fare figuracce tipo quella occorsa ad un ragazzo, da me colloquiato, che alla domanda “Cosa le piace fare quando esce la sera con gli amici?” mi rispose, non senza averci pensato su “No. Questa proprio non me la ricordo. Me ne può fare un altra?”

In conclusione rigidi approcci da libretta, applicati in modo massivo, portano, più spesso di quanto si possa pensare, al baratro dell’esclusione.

Incontro con Claudio Gregorini
“Ragazzi con il trolley” e “Zero difetti”
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